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La Provincia nella Terra del "Santo"

A conclusione dell’Anno della Fede, dal 12 al 19 ottobre 2013, tutta la Provincia, religiose e laici, sono stati in pellegrinaggio nella Terra del Santo, per affondare le radici dove tutto è cominciato.

“Esiste una sindrome da Terra Santa? – chiedeva uno dei partecipanti il giorno dopo il rientro – Mi mancano le luci, i colori, i suoni, gli odori…”.

Davvero stare nella Terra del Santo è una forte esperienza fisica: vedere, ascoltare, gustare… il mondo in cui il Dio fatto carne ha vissuto la sua umanità.

Sostare al Giordano, dove ebbe inizio la vita pubblica di Gesù, dove si mise in fila con i peccatori, guardando quelle acque gonfie di pentimento e di peccati perdonati. Luogo della prima rivelazione messianica.

Attraversare il deserto, il lago di Galilea, passeggiare sulla riva dove Gesù chiese a Pietro: “Mi ami tu più di costoro?” e dove gli conferì il primato tra i fratelli.

Toccare la roccia dell’agonia nel Getsemani, pregare di sera, al buio, in silenzio, nell’orto degli ulivi… toccare la pietra dove fu unto il suo corpo ormai senza vita, la roccia del sepolcro in cui fu posto.

Toccare il Muro del Pianto, unico vestigio del meraviglioso tempio di Gerusalemme, dimora che Dio scelse per abitare tra gli uomini. Pensare a un Dio che ha scelto di stare con gli uomini, di avere una casa tra le loro case, di essere uomo tra gli uomini. Sentire la preghiera implorante delle persone che sono vicino a te, ciascuna nella sua lingua, come un’unica grande implorazione che sale dall’umanità al Dio che può salvarla.

Tutto si fa così vicino, così fisico, che non può non coinvolgerti profondamente.

Siamo tornati dal viaggio con il cuore colmo di gratitudine per aver potuto vivere un’esperienza così forte, unica, per essere stati accompagnati da una guida eccellente, che ha saputo contestualizzare l’evento biblico con lo svolgersi della storia passata e presente, per esserci trovati con un gruppo che non correva dietro la curiosità di vedere luoghi, ma cercava con sincerità di incontrare il Signore e di farne esperienza.

Da ora in poi il Vangelo non sarà più lo stesso, ma ogni immagine ci riporterà là, in quei luoghi, con quelle luci, quei colori, quelle sensazioni.

Esiste una sindrome da Terra Santa? Sì, perché tutto quello resta nel cuore, ma la cura è facile: basta frequentare il Vangelo.